.

.

Spirito Santo

Spirito Santo
Vieni....

Corpus Domini

Corpus Domini

Nel Corpo e nel Sangue di Gesù

Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.

Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità.

Maria SS. di Montevergine

S. Ignazio di Loyola

S. Ignazio di Loyola

S. Rita

S. Rita

S. Lucia

S. Lucia

Camminiamo sulla strada

martedì 30 giugno 2009

Santi del giorno 30 giugno 2009


Santi Primi Martiri della Chiesa Romana
sec. I, dall'anno 64

La Chiesa celebra oggi molti cristiani che, come attesta Papa Clemente, furono trucidati nei girdini vaticani da nerone dopo l'incendio di Roma (luglio 64). Anche lo storico romano Tacito nei suoi Annali dice: 'alcuni ricoperti di pelle di belve furono lasciati sbranare dai cani, altri furono crocifissi, ad altri fu appiccato il fuoco al termine del giorno in modo che servissero di illuminazione notturna'.
Altri Santi del giorno
Sant' Andronico di Roma
San Basilide di Alessandria Soldato e martire
Beato Gennaro Maria Sarnelli Redentorista
Santa Giunia di Roma
San Marziale di Limoges Vescovo e confessore
Beato Raimondo Lullo
Beato Yen (Do-Yen) (Vincenzo) Martire nel Tonchino
Beato Zenon Kovalyk Sacerdote

lunedì 29 giugno 2009

Ven.S.E.Rev.ma Mons.Antonio Augusto Intreccialagli Vescovo di Caltanissetta

Il Venerabile Mons. Antonio Augusto Intreccialagli nacque a Montecompatri (Roma) il 18 Febbraio 1852.
Entrò nell'Ordine dei Carmelitani Scalzi e vi professò la regola il 20 Gennaio 1868.
Fu ordinato sacerdote nella Cattedrale di Civitacastellana il 22 Maggio 1875.
Più volte superiore provinciale della provincia romana promosse con grande saggezza e dedizione la religiosa.
La S. Sede gli affidò delicati incarichi di fiducia fino a quando il Papa S. Pio X lo elesse alla sede vescovile di Caltanissetta il 24 Aprile 1907.
Nel 1919 fu promosso alla sede Arcivescovile di Monreale.
Uomo di Dio e pastore zelante, profuse tutte le sue energie a servizio della Chiesa e delle anime.
Morì in Monreale il 19 Settembre 1924.
La sua causa di canonizzazione iniziata nel 1952, avuto esito positivo con la dichiarazione di Sua Santità Giovanni Paolo II , con decreto del 22-01-1991 ha riconosciuro le virtù eroiche dichiarandolo così VENERABILE,
delle il 22 Gennaio 1991.

preghiera
O Gesù, Pastore e Vescovo delle anime nostre,
noi ti preghiamo per l'onore del tuo nome,
per l'edificazione del popolo cristiano,
di glorificare il Venerabile Antonio Augusto Intreccialagli,
umile, fedele e zelante tuo ministro,
concedendoci per i suoi meriti e per la sua intercessione,
la grazia che con fede ardente ti chiediamo.
Amen.

Dal sito della Provincia Romana dei Carmelitani scalzi
qualcosa in più:
Augusto è il primi di dieci figli, nato a Montecompatri (Roma) il 18 febbraio 1852 da Giuseppe e Annunziata Raffaelli.
A dieci anni fa la sua Prima Comunione, mentre, come si usava allora, appena a sei anni aveva ricevuto il sacramento della Cresima.
A quindici anni e mezzo entra al noviziato dei Padri carmelitani Scalzi in Santa Maria della Scala a Roma, prendendo il nome di fra Antonio di Gesù e l'anno seguente emette la professione semplice con i voti di obbedienza, povertà e castità.

Dopo l'anno regolare di noviziato, passò a Caprarola (VT) per gli studi di filosofia e teologia, anche se, essendo stato confiscato il Convento (1872) dovette, con i suoi compagni, essere alloggiato alla meglio nel soffitto del Palazzo Farnese. Non mancarono fame, stenti e difficoltà. Tra le caratteristiche particolari oltre la sua "condotta lodevole e irreprensibile", spiccava il buonumore.
Diventa sacerdote il 22 maggio 1875, nella cattedrale di Civita Castellana, a ventitre anni.
Dopo una breve permanenza nel Convento di Santa Maria della Vittoria in Roma per terminare gli studi alla Gregoriana, e del tempo passato di nuovo a Caprarola e a Montecompatri, è nominato Priore di Santa Maria della Scala e sei anni dopo, a soli trentanove anni è eletto Provinciale della Provincia Romana dei Carmelitani Scalzi.
Dopo il terzo triennio da Provinciale, intervallato dopo il secondo da tre anni, cominciò a ricevere incarichi nell'ambito della Chiesa universale, prima come Consultore della Congregazione dei Vescovi e dei Regolari e poi quello di Consultore della Sacra Congregazione dei Riti e membro della commissione per l'approvazione dei nuovi Istituti Religiosi femminili e Visitatore Apostolico di vari seminari e Diocesi.
Ricordiamo gli Istituti che hanno beneficiato del suo aiuto e sostegno: la Congregazione dei Salvatoriani, l'Istituto dei Pallottini, le Figlie della Misericordia e della Croce, le Suore cappuccine dell'Immacolata di Lourdes, l'Istituto delle Oblate del Divino Amore, l'Istituto delle Orsoline di Famiglia e infine l'Istituto delle Suore della Carità di Maria immacolata d'Ivrea.
Nell'aprile 1907 i Carmelitani Scalzi tennero a Roma il Capitolo per l'elezione del nuovo Preposito Generale. Papa Pio X, conoscendo le doti del P. Antonio di Gesù, ed il suo attaccamento alla Santa Sede, espresse ai Padri Capitolari il desiderio che a questa carica venisse eletto lui, che tante prove aveva offerto di capacità e di saggezza. Ma i disegni di Dio, in quel caso, non coincisero con quelli del Papa e P. Antonio non fu eletto Superiore Generale. "Non l'hanno voluto loro - disse Pio X - allora me lo prendo io. E nel pomeriggio di quello stesso giorno, il 20 aprile, scrisse di suo pugno un biglietto con il quale nominava
Padre Antonio Vescovo di Caltanissetta.
Corse terrorizzato dal Papa a scongiurarlo di risparmiargli quella grossa croce.- lo ne ho una più grossa della vostra! - gli rispose Pio X. - Ma io - osservò P. Antonio - non ho mai fatto il Vescovo. - - Anch'io - esclamò il S. Padre - non ho mai fatto il Papa. - E aggiunse paternamente - Andate a Caltanissetta e farete tanto bene! -- Santità - fece notare ancora l'umile carmelitano - Voi sapete che, secondo il Codice, i Vescovi devono predicare. Se non sanno predicare, non possono essere Vescovi. lo, Santità, non so predicare, non ho parola facile, perciò non posso essere Vescovo! -- Non sapete predicare? - concluse Pio X - Allora vi ordino di scrivere i vostri discorsi e di leggerli. Perciò potete essere un perfetto Vescovo! -Egli stesso scriverà in una lettera del 10 Maggio del 1907: «Provai molta difficoltà di piegare la testa al primo annunzio della destinazione a Vescovo. Non reputai lecito di insistere ancora nella rinuncia, dal momento che il Vicario di Gesù Cristo mi fece manifesta la sua risoluta volontà, nella quale ravvisai la Volontà di Dio». Alla delegazione di Caltanissetta, recatasi l'indomani della sua Consacrazione a ringraziare il Papa, per aver loro dato Mons. Intreccialagli come Vescovo, S. Pio X rispose: «Non vi ho dato un Vescovo, ma un Santo!» E aggiunse che dovevano ringraziare «Iddio e ricevere il prezioso dono come dal Cielo. E, però, doversi da tutti i fedeli diocesani ritenersi come tale e tutelarlo come cosa di inestimabile valore...»
Nel suo primo messaggio alla sua Diocesi diceva: "Vengo a voi, per vivere della vostra vita, per partecipare alle vostre gioie e ai vostri dolori, per guidarvi nella via della Verità, della Giustizia e della Pace…"
E al clero: «Cammineremo secondo la nostra vocazione, quando saremo tutti intenti a santificare noi stessi e a renderci istruiti ed atti a zelare efficacemente il bene spirituale del prossimo...»C'è in queste parole tutto un programma di vita e di santificazione che il Vescovo vuole realizzare per il bene delle anime.
Il clero rispose generosamente ai suoi inviti e alle sue sollecitazioni. Pur avendo trovato tra i preti dolorose divisioni, egli si adoperò, perché i suoi sacerdoti di- mostrassero ai fedeli «quanto è bello e giocondo che i fratelli stiano uniti» nella carità
.«Il mio nome è lntreccialagli - soleva ripetere - ma il mio desiderio ardente è di intrecciare i cuori dei miei Sacerdoti!».
Si dimostrò così un padre provvido, che curava innanzitutto la formazione spirituale e provvedeva alla vita materiale e preveniva i bisogni dei Sacerdoti in necessità.Volle la Lega Pro Clero, perché i fedeli collaborassero con la preghiera, il sacrificio e l'offerta alla santificazione dei Sacerdoti e curò l'Unione Missionaria del Clero.Le sue «attenzioni per le opere cattoliche e per le altre istituzioni diocesane furono grandissime», «curò anche il finanziamento degli orfanotrofi e degli istituti femminili della Diocesi» e «non lasciò mai nulla di intentato, perché l'Azione Cattolica nella sua diocesi si sviluppasse e si consolidasse sempre più...». Si distinse anche per il suo impegno in campo sociale. Curò che le Casse Rurali e le Cooperative «si mantenessero nello spirito nel quale erano sorte: come mezzo cioè di elevazione economica e sociale, ma sempre nello spirito cristiano».Si recava spesso a visitare le solfatare, dove tanti suoi figli, anche assai giovani, lavoravano duramente, per un tozzo di pane.
«Andava presso le miniere di Trabonella e Testasecca e in quelle di Trabia Tallarita e aspettava all'imboccatura dei pozzi che i minatori uscissero dal sotto suolo, per dare loro il conforto del suo saluto e della sua solidarietà».«Si intratteneva con essi sulle condizioni delle loro famiglie - ricorda il figlio di uno di loro - e mio padre diceva ancora che ogni volta elargiva l'offerta di almeno 10 lire a ciascuno degli operai più poveri.Si interessò perché sorgessero nelle predette miniere cappelle, per dare la possibilità ai minatori di adempiere il precetto della Messa domenicale...»Dopo il catastrofico terremoto di Messina e Reggio fece accogliere diverse famiglie terremotate nella sua diocesi e da parte sua cercò di aiutarle con tutti i mezzi a sua disposizione.In quegli anni molte famiglie siciliane, data la grande miseria che incombeva sull'isola, furono costrette ad emigrare in America, per cercare lavoro. Anche a molte di esse la sua carità venne incontro, pagando di tasca sua il viaggio per tutta la famiglia.
Papa Pio X non dimenticava il «Suo P. Antonio», quel Carmelitano che nel cuore della Sicilia «faceva rifiorire il deserto».E il 24 Luglio del 1911 scrisse per lui un altro biglietto, con il quale lo nominava Amministratore Apostolico di Monreale, dato che l'Arcivescovo della cittadina normanna mons. Domenico Gaspare Lancia di Brolo, aveva raggiunto la veneranda età di 92 anni e non era più in grado di reggere l'Archidiocesi.Per mons. Intreccialagli ubbidire era come respirare e, davanti al biglietto del Papa, disse ancora una volta di sì.«La sua resistenza fisica - fu scritto di lui - corroborata da una volontà decisa, da una abitudine ferma, dal rigido ascetismo del Carmelo, gli permetteva il riposo di poche ore notturne.. Di regola era in piedi in tutte le stagioni alle ore quattro... attendeva alla preghiera... alle cinque celebrava il santo Sacrificio nella cappella privata, impiegava le prime ore del giorno a sbrigare la corrispondenza... Poi iniziava le udienze, affrontando con serenità e sagacia i problemi che gli venivano presentati...» Si svolgeva così la giornata attiva di questo Vescovo contemplativo, tutto proteso all'unione con Dio, che realizzava senza soste nell'incontro e nel servizio dei suoi figli.A questo Pastore sollecito e zelante la posta portava sempre qualche nuovo incarico, qualche nuovo lavoro. Ormai li conosceva bene quei biglietti provenienti dalla S. Sede e che recavano il timbro della Volontà di Dio.Il 16 Marzo del 1914 veniva eletto Arcivescovo Titolare di Sardica e Coadiutore con diritto di successione a Monreale.«Al suo arrivo a Monreale come Coadiutore, la situazione era alquanto scossa e difficile, a causa sia della tarda età del precedente Arcivescovo, sia per gli effetti della dottrina modernistica che, sia pure limitatamente, aveva procurato nel Clero incomprensioni ed abusi». Inoltre, dovette usare «molta prudenza, data la particolare situazione del capoluogo dell' Archidiocesi, in cui erano contemporaneamente presenti tre Arcivescovi: lui, mons. Lancia di Brolo e mons. Fiorenza, già Arcivescovo di Siracusa e allora rettore del Seminario». «Circondò di sommo rispetto e di venerazione il vecchio Arcivescovo mons. Domenico Gaspare Lancia di Brolo. E quando seppe che si pensava da parte del potere civile di interdirlo per la tarda età di 92 anni, intervenne energicamente con una vigorosa lettera al Procuratore del Re, per impedire tanta ed immeritata umiliazione ad un Venerando Pastore».Per oltre dieci anni egli attese al governo delle due Diocesi con grande impegno e ammirabile spirito di sacrificio.
Il 31 Luglio 1919 morì all'età di 94 anni l'Arcivescovo di Monreale mons. Gaspare Lancia di Brolo e P. Antonio fu promosso a quella sede Metropolitana. Soddisfazione a Monreale, sgomento e pena a Caltanissetta.Cosa passava nell'animo dell'interessato? Così si esprimeva in una lettera:«Il mio desiderio sarebbe di tornare al chiostro... Il Santo Padre lo sa; non so se egli mi esaudirà. Se non mi esaudirà, farò la volontà di lui, riconoscendo in essa la volontà del Signore...» Certo, non è indifferente dinanzi alla nuova situazione, se nella stessa lettera scrive: «... non sono io che vado, ma è il Signore che vuole che colà mi sacrifichi... La mia povera umanità soffre al cambiamento tanto sensibile da Caltanissetta a Monreale. Ma bisogna soffrire, per meritare qualche cosa...».
Provò non poche difficoltà con il clero. «Voi meritereste di essere preso a calci!» disse un giorno ad un prete che faceva da capomafia, dopo averIo paternamente, ma alquanto duramente posto di fronte alle sue responsabilità. Quelle parole dure, ma temperate dalla sua bontà, scossero profondamente quel sacerdote, spingendolo ad una conversione sincera. Dopo qualche tempo, lo stesso Arcivescovo, accertatone il cambiamento di vita, lo nominò parroco.Un altro sacerdote che era stato sospeso «a divinis» per alcuni giorni, presentatosi all' Arcivescovo, per chiedergli scusa, si vide consegnare una busta con denaro dal suo Pastore che gli disse paternamente: «Questa è la elemosina delle Sante Messe che avreste dovuto celebrare durante i giorni della sospensione». Ancora un'altra volta che aveva minacciato una sospensione ad un sacerdote, ad un confratello che si era presentato a lui, per intercedere per il colpevole, l'Arcivescovo rispose: «Figlio mio, è da tre notti che non dormo, pensando che debbo dare una punizione ad un sacerdote!» E desistette dal prendere quel provvedimento.Questi suoi modi di fare gli conquistarono poco a poco i cuori dei Sacerdoti e dei fedeli.Il grave problema della mafia fu combattuto da mons. Intreccialagli a modo suo, senza cioè troppi strombazzamenti, ma affrontando direttamente uomini e situazioni.E quando la mafia, voleva costringerlo ad affidare l'arcipretura di un paese ad un sacerdote assolutamente non idoneo, l'Arcivescovo fu irremovibile con stupore e ammirazione della stessa mafia.«Costoro - diceva - non sanno cosa voglia dire Vescovo; nessuno mi farà mai piegare a detrimento dei miei doveri e da me si viene, per farmi capitolare dinanzi ai doveri della giustizia e della carità. La vita sì, se la vogliono, l'anima no!»«Giustizia e Pace» era il suo motto episcopale e non venne mai meno ai suoi doveri e impegni pastorali.«Fu veramente il padre amorevole di tutti, che si impegnò costantemente a riabilitare e valorizzare opere e persone, a ricercare laboriosamente la verità e a interpretare benignamente ogni azione.La gente guardava ammirata il suo Arcivescovo che usava i mezzi pubblici, che camminava per le strade, salutando per primo.A chi faceva notare che non si confaceva ad un Arcivescovo «andare in tram» aggiungendo che il suo predecessore di carrozze ne aveva più di una, egli rispondeva che il denaro serviva per i poveri e per il seminario.E per i poveri ebbe un amore quasi di venerazione. A chi aveva l’incarico di annunziarne le visite, proibì di licenziarli, e se fossero stati in molti, li introducesse tutti in una volta.
Si può dire che visse sempre in maniera autentica il suo voto di povertà, e questo lo faceva sentire ancor più vicino ai «suoi poveri».
La forza di questa sublime testimonianza la prendeva dalla preghiera. Il custode della Cattedrale testimoniò che l’Arcivescovo spesso, attraverso la porta interna dell'Episcopio, scendeva in Cattedrale, dopo la chiusura, solo, con i sandali e qualche volta a piedi nudi, e si intratteneva per parecchio tempo davanti al Santissimo.Questa figura, prostrata davanti al Tabernacolo in preghiera è l'immagine più vera del grande Arcivescovo di Monreale.«Ci riposeremo in Cielo» era solito ripetere a chi lo invitava a «moderarsi nel lavoro». Egli «aveva dimenticato se stesso, per servire gli altri» e adesso avvertiva il peso degli anni. «lo mi trovo bene - scriveva nel 1921 - ma con 70 anni sulle spalle... Vorrei «cursum consummare» in un convento, ma mi farà il Signore questa grazia?..»
Di malanni ne aveva parecchi che nelle lettere chiamava "passeggeri". Ma è evidente che questi disturbi, col passare degli anni e non sempre debitamente curati, si fecero sempre più pesanti.
I medici gli consigliavano riposo e aria salubre. Si fermò, ai primi di Giugno 1924 nella sua Montecompatri, ma in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale, nel Settembre del 1924, tornò a Palermo.
Ormai allettato volle ugualmente partecipare alla solenne Ora di adorazione in ginocchio dinanzi al SS.mo Sacramento. Aveva voluto anche tenere i Vespri Pontificali la vigilia dell' 8 Settembre, festa della Natività di Maria, nonostante il divieto dei medici.Ormai stremato dalle sofferenze, faceva fatica persino ad ingoiare, tanto che alla suora che gli chiedeva se soffrisse molto, rispose con un filo di voce: «soffro: è terribile!» e ripeteva senza sosta: «mio Dio, mio Dio...»A chi delicatamente gli faceva notare che non sempre si era curato della sua salute, rispose: «È vero, mi sono trascurato, ma che volete? Un Vescovo ha dei doveri molto superiori alla sua salute...»Volle ricevere, il 12 Settembre, il Santo Viatico, seduto sulla sponda del letto, vestito dall' abito religioso. Prima di ricevere l'Ostia Santa dal suo Vicario Generale, chiese perdono agli astanti, quasi non avesse saputo compiere bene i suoi doveri pastorali. La sera del 18 Settembre rinnovò i suoi voti religiosi, ripetendo mentalmente la formula recitata dal confratello P. Guglielmo di S. Alberto, giunto al suo capezzale. L'indomani, venerdì, 19 Settembre 1924, alle 16 pomeridiane, spirò serenamente, incontrandosi con il Signore che tanto aveva amato.
Sua Santità Giovanni Paolo II , con decreto del 22-01-1991 l'ha dichiarato VENERABILE.

Provincia Romana dei Padri Carmelitani Scalzi
Via XX Settembre, 17 - 00187 Roma (RM)
Tel: 06/42740571 - P.I. 00937171007

Santi del giorno 29 giugno 2009

SANTI PIETRO E PAOLO, apostoli
PIETRO, scelto da Cristo a fondamento dell'edificio ecclesiale, clavigero del regno dei cieli (Mt 16,13-19), pastore del gregge santo (Gv 21,15-17), confermatore dei fratelli (Lc 22,32), è nella sua persona e nei suoi successori il segno visibile dell'unità e della comunione nella fede e nella carità. Gli apostoli Pietro e Paolo sigillarono con il martirio a Roma, verso l'anno 67, la loro testimonianza al Maestro. PAOLO, cooptato nel collegio apostolico dal Cristo stesso sulla via di Damasco, strumento eletto per portare il suo nome davanti ai popoli, è il più grande missionario di tutti tempi, l'avvocato dei pagani, l'apostolo delle genti, colui che insieme a Pietro far risuonare il messaggio evangelico nel mondo mediterraneo. Gli apostoli Pietro e Paolo sigillarono con il martirio a Roma, verso l'anno 67, la loro testimonianza al Maestro.
Altri Santi del giorno
Santa Emma di Gurk
San Siro di Genova Vescovo

domenica 28 giugno 2009

Santi del giorno 28 giugno 2009

Sant'Ireneo, vescovo e martire
c. 130 - c. 202
Originario dell'Asia Minore, a Smirne fu uditore di san Policarpo. Approdato in Gallia, divenne sacerdote e vescovo della Chiesa di Lione, dove esisteva una comunità cristiana che nel 177 fu perseguitata. Molteplice fu la sua attività di maestro e testimone della tradizione apostolica. Diffuse il messaggio evangelico per largo raggio. Si fece promotore di riconciliazione nella controversia sulla Pasqua, tutelò l'integrità della dottrina cristiana minacciata dallo gnosticismo, approfondì in opere di grande valore la comprensione delle Scritture e dei misteri della fede: la Trinità, il Cristo centro della storia, l'Eucarestia che assume e trasforma l'umile materia della creazione.
Altri Santi del giorno
Sant' Ada di Le Mans
Sant' Attilio
Beato Eimerado Sacerdote eremita
San Paolo I Papa
Santa Potamiena d'Alessandria

sabato 27 giugno 2009

Santi del giorno 27 giugno 2009



San Cirillo d'Alessandria, vescovo e dottore della Chiesa
370 - 444
Patriarca di Alessandria d'Egitto, teologo acuto e profondo, amò e studiò il mistero di Cristo; difese l'autenticità della fede contro ogni travisamento dei nestoriani al Concilio di Efeso (431), dove propugnò con vigore la prerogativa di Madre di Dio della Vergine Maria.
Altri Santi del giorno
Sant' Adeodato di Napoli Vescovo
Sant' Arialdo di Milano Diacono e martire
Beato Benvenuto da Gubbio
San Daniele
San Ferdinando di Caiazzo Vescovo
San Ladislao Re d'Ungheria
Beata Luisa Teresa de Montaignac de Chauvance Fondatrice
San Maggiorino di Acqui Vescovo
Beata Margherita Bays Suora laica
San Walhero (Walhère) Martire

venerdì 26 giugno 2009

Santi del giorno 26 giugno 2009

San Josemaria Escrivà, Sacerdote
Barbastro, Spagna, 9 gennaio 1902 - Roma, 26 giugno 1975
Il 2 ottobre del 1928 il Signore fece vedere con chiarezza a don Josemaría Escrivá ciò che aveva sempre presagito fin dai 15/16 anni e fondò allora l'Opus Dei. Si apriva così nella Chiesa una nuova via, volta a promuovere, fra persone di ogni ceto sociale, la ricerca della santità e l'esercizio dell'apostolato attraverso la santificazione del lavoro, in mezzo al mondo e senza cambiare di stato. L'Opus Dei, che dall'inizio aveva contato sull'approvazione dell'autorità diocesana, dal 1943 sull'appositio manum e poi sull'approvazione della Santa Sede, è stato eretto in Prelatura personale dal Santo Padre Giovanni Paolo II il 28 novembre 1982: è un'istituzione della Chiesa che intende promuovere fra cristiani di tutte le condizioni sociali una vita coerente con la fede in mezzo al mondo e a evangelizzare così tutti gli ambienti della società. L'Opus Dei pone l'accento sulla santificazione attraverso le cose ordinarie: il lavoro, la cultura, la vita familiare, ecc.
Altri Santi del giorno
Beato Andrea Giacinto Longhin Vescovo cappuccino
Sant' Antelmo di Chignin Monaco e vescovo di Belley
San Giovanni Martire
San Medico Martire venerato a Otricoli
San Paolo Martire
San Vigilio Vescovo e martire

giovedì 25 giugno 2009

Santi del giorno 25 giugno 2009

San Massimo di Torino, Vescovo
m. c. 423

Massimo è considerato il fondatore della diocesi di Torino. Nato in Piemonte verso la metà del IV secolo e morto tra il 408 e il 423, era discepolo di sant'Ambrogio e sant'Eusebio. Governò la diocesi durante le invasioni barbariche. Fu di carattere mite e tollerante, ma anche fermo e deciso. Raccomandò ai suoi fedeli di non lasciare la città in pericolo e di pregare e digiunare di fronte ad esso.
Altri Santi del giorno
Sant' Eurosia di Jaca Martire
Santa Febronia Venerata a Patti
Beato Giovanni di Spagna Monaco
San Guglielmo di Montevergine (da Vercelli) Abate
Beata Isabella di Francia
San Prospero d'Aquitania Monaco e teologo
San Prospero di Reggio Emilia Vescovo

mercoledì 24 giugno 2009

Nuccia Tolomeo


“PROFEZIA DEL SORRISO E DELLA TENEREZZA DI DIO”
Scheda curata da Padre Pasquale Pitari, Cappuccino

La Santità, dono e vocazione del Signore, “si manifesta e si deve manifestare nei frutti della grazia che lo Spirito produce nei fedeli”(L.G. 39).
Gaetana Tolomeo, da tutti conosciuta come Nuccia, è nata il 10/04/1936 a Catanzaro Sala ed ha vissuto per 60 anni, fino alla morte avvenuta il 24/01/1997, una vita semplice, ordinaria, costretta a una forzata immobilità per una paralisi progressiva e deformante fin dalla nascita. E’ stata sempre su una poltroncina o a letto in tutto dipendente dagli altri. Educata cristianamente, ha maturato la coscienza del suo stato in una visione di fede e ha trovato in Gesù Crocifisso le motivazioni per cantare la vita.
Regalava a chi la andava a visitare una testimonianza di coraggio,
di fortezza e un sorriso, che trovava nell’amore di Dio la sola
giustificazione. Al suo angelo custode aveva dato il nome Sorriso. E il sorriso era diventato per lei il modo di essere. Soprattutto negli ultimi tre anni della sua vita, alle tante persone che le telefonavano o le scrivevano da tutta Italia raccontandole le loro miserie, lei offriva un ascolto empatico, inviava il suo angelo Sorriso, assicurava la sua preghiera e l’offerta della sua sofferenza e, infine, incoraggiava a riporre nei Cuori di Gesù e di Maria tutta la loro speranza.
Nuccia ha fatto parte dell’associazione Azione cattolica e della Milizia delle anime riparatrici del Cuore di Gesù; era entusiasta inoltre del movimento ecclesiale Rinnovamento nello Spirito. Sacerdoti, suore e laici impegnati nell’apostolato spesso andavano a trovarla.
Aiutata e sostenuta da tali amici, nella sua diversa abilità, ha cercato di dare un senso alla sua vita. Viveva per gli altri, soprattutto per i sofferenti e i peccatori. “Voglio farli risorgere in Te,
con il Tuo amore. Voglio pregare molto e soffrire per tutti loro, perché sono sicura che, mentre io prego e soffro, Tu li guarisci e li liberi…”.
Pregava tanto, soprattutto col rosario che teneva permanentemente legato alla sua mano, con l’adorazione eucaristica, con la via crucis e la lettura della Parola di Dio.
Negli ultimi tre anni ha collaborato con Federico Quaglini, già conduttore di Radio Maria, nella trasmissione ‘Il fratello’ e nella rubrica ‘Beati gli ultimi’. I messaggi, che lei scriveva con cura e poi leggeva il sabato notte a Radio Maria, sono ancora oggi un vero tesoro di spiritualità e di mistica. Sono stati provvidenzialmente anche registrati e di quasi tutti i messaggi abbiamo ancora gli originali. Si rivolgeva a tutti, soprattutto ai fratelli reclusi, ai sofferenti nel corpo e nello spirito, alle prostitute, ai giovani delle
discoteche, ai drogati, alle famiglie in difficoltà.
Un grande bene ha operato il Testamento Spirituale, un vero vangelo di grazia. “… La tua potenza d’amore faccia di me un cantore della tua grazia, trasformi il mio lamento in gioia perenne: un inno alla vita, che vinca la morte e sia messaggio di speranza per molte
anime tristi. Il mio cuore esulta di gioia, se penso a Te, mio Dio. Ora è giunto il momento propizio per innalzarti la mia ultima preghiera, la più pura, quella della lode, ed invoco l’aiuto dello Spirito e di Maria Santissima per saperti lodare e ringraziare. La mia ultima preghiera vuole essere un magnificat, un’esplosione d’amore e di gioia, per le meraviglie, che Tu, Signore, hai operato nella mia vita. Questo canto gioioso sia anche per voi, miei buoni fratelli e sorelle, la vostra preghiera. Non piangete per la morte del corpo, ma per il peccato dell’umanità, e adoperatevi per la pace, attraverso la gioia e l’amore di Cristo Gesù. Pregate e ringraziate il Signore, anche per me, perché Egli ha visitato la sua umile serva e l’ha trovata degna della sua grazia, della sua misericordia. Pregate così in memoria di me: Grazie, Signore, per il dono della vita, grazie, perché mi hai predestinato alla croce, unendomi a Cristo nel dolore e ai fratelli
nel vincolo indissolubile dell’amore. Grazie, Gesù, per aver trasformato il mio pianto in letizia, per esserti costituito mio buon cireneo, mio sposo e maestro, mio consolatore. Grazie per aver
fatto di me il tuo corpo, la tua dimora, l’oggetto prezioso del tuo amore compassionevole, delle cure e dell’attenzione di tanti fratelli. Grazie di tutto, Padre buono e misericordioso! Ti lodo, ti benedico e ti ringrazio per ogni gesto d’amore ricevuto, ma soprattutto per ogni
privazione sofferta. Voglio ringraziarti in modo particolare per il dono dell’immobilità, che è stato per me una vera scuola di abbandono, di umiltà, di pazienza e di gratitudine, ed è stato per
gli amici del mio Getsemani, esercizio di carità e di ogni altra virtù…”.
Scrive la cugina Ida Chiefari nella biografia: “L’ansia evangelizzatrice di Nuccia era aumentata, era diventata ancora più forte, perché capiva che il Signore la usava come strumento per conquistare tanti fratelli a Cristo. ‘Se non brucio d’amore, molti morranno di freddo!’, soleva dire. Nonostante le sue condizioni fisiche andavano sempre più peggiorando, neanche la sua sofferenza riusciva a frenare l'impeto della sua carità e il desiderio immenso di
annunciare a tutti che Dio é amore misericordioso e compassionevole”.
Nel messaggio di Pasqua 1995 Nuccia dice di sé: “…Nella Sua infinita misericordia e sapienza, il Signore ha preparato per me un corpo
debole, per il trionfo della Sua potenza d’amore… Lodo e benedico il Signore per la croce, di cui mi ha fregiata, perché crocifiggendo la mia carne, ha pure crocifisso i miei pensieri, i miei affetti, i miei desideri, e persino la mia volontà, per fare di me Sua gradita dimora, Suo compiacimento, Suo tabernacolo vivente.
Grazie alla croce di Cristo, oggi posso affermare con l’apostolo Paolo ‘Non sono più io a vivere, è Cristo che vive e opera in me’. Grazie alla croce, la mia vita, apparentemente spezzata, sterile, vuota, ha pian piano acquistato significato. Anche nella malattia, nella sofferenza, una creatura come me ha potuto e può ancora rendersi utile,offrendo a Dio i meriti della sua croce in unione a quella di Cristo ed elevare preghiere di intercessione per la salvezza dell’umanità. Con Cristo, in Cristo, per Cristo, la croce è diventata la mia compagna di viaggio, ogni pena m’è diletto, pensando alla meta. Gesù è il mio angelo consolatore, il buon Cireneo, pronto a soccorrermi quando la croce diventa troppo pesante. Credo, infatti, che sia proprio Lui a soffrire in me e a portare la mia croce nei momenti più duri della prova … Quanta sapienza nella croce! … Uniti a Cristo, è possibile perfino amare la croce e soffrire con dignità, pronti a consegnarci nelle mani di Colui che solo sa trarre dal dolore la gioia. Si, fratelli, la gioia nasce dal dolore, perché la gioia è frutto della sofferenza, per cui gioia e dolore sono facce della stessa moneta: la vita. Allora, coraggio, uniamoci tutti a Cristo e partecipiamo alla Sua sofferenza, mediante l’offerta di noi stessi. Ricordiamo che, se partecipiamo alla Sua morte, un dì saremo
anche partecipi della Sua gloria, perché non c’è risurrezione senza morte. NUCCIA”.
Bastano le suddette testimonianze per evincere la profondità, l’autenticità e la ricchezza spirituale del messaggio cristiano di Nuccia. Ma la forza ascetica e mistica di Nuccia la possiamo
ogliere in modo chiaro e inequivocabile in queste parole di una sua preghiera a Gesù:
“GRAZIE, INFINITA CARITA’, PER AVERMI ELETTA VITTIMA DEL TUO
AMORE”. Particolare non trascurabile: Nuccia aveva solo la quinta elementare. La profondità di certi concetti è legata al dono della sapienza da parte dello Spirito Santo.
La fama di santità di Nuccia e le sue opere sono state fatte oggetto di studio in quattro convegni diocesani su di lei, ad ognuno dei quali ha partecipato con attenzione e interesse Sua Ecc. l’Arcivescovo di Catanzaro-Squillace Mons. Antonio Ciliberti. Le relazioni, svolte da diversi sacerdoti e da testimoni oculari, con competenza e lucida riflessione, sono state apprezzate dai fedeli che hanno partecipato numerosi, particolarmente interessati e motivati. Anche la stampa e la televisione hanno espresso un’apprezzabile e positiva risonanza.
Sono state raccolte più di 800 cartelle documentarie, sistemate e ordinate in cinque volumi, depositate presso la Curia Arcivescovile di Catanzaro. E’ stato pubblicato un libretto di messaggi autobiografici di Nuccia veramente stimolanti e coinvolgenti la vita di fede, (5000 copie). La
biografia di Nuccia, è stata scritta in modo chiaro e senza facili enfasi dalla cugina Ida Chiefari.
Su Nuccia sono stati realizzati anche 34 DVD e un sito internet (http://blog.libero.it/nucciatolomeo/) molto visitato.
I suoi messaggi sono oggetto di riflessione per i sofferenti nella trasmissione curata da Federico Quaglini, presso la Radio Missione Francescana dei Cappuccini di Varese.
Leggendo le opere di Nuccia, soprattutto il suo testamento spirituale, si colgono le stesse emozioni che si avvertono leggendo la “Storia di un’anima” di Santa Teresa di Lisieux. Sia Nuccia che Santa Teresa hanno fatto dell’amore crocifisso e obbediente il cuore della loro spiritualità.
Le parole di Nuccia, semplici, chiare, dense di contenuti ascetici e mistici, ci presentano i lineamenti spirituali di sé, come donna diversamente abile ma ricca di fede e di gioia di vivere, bruciata dallo zelo per la conversione delle anime. Essa è stata una testimonianza preziosa regalataci dallo Spirito Santo per dare una parola di speranza all’uomo di oggi schiacciato da tanti interrogativi esistenziali.
L’attualità del messaggio di Nuccia lo comprendiamo immediatamente, quando sentiamo nel vivere quotidiano frasi del genere: “Una vita spezzata, malata, terminale… è senza dignità e
quindi non è degna di essere vissuta!”, “L’eutanasia è un atto di amore e di pietà! Un gesto di libertà!”, “Che senso ha vivere, se si è di peso agli altri e a se stessi?”, “Se mancano le gioie della vita, l’integrità fisica, i divertimenti, la salute, i soldi, l’amore, il lavoro… è meglio non esistere!”, “Se io mamma sapessi che il figlio che porto nel grembo ha qualche malformazione, senza dubbio abortirei!”…
Nuccia è la risposta di Dio a tali affermazioni ed interrogativi.
In questa prospettiva, conoscere il messaggio di Nuccia ha una rilevanza non solo religiosa, ma anche umana, civile, sociale. In sintesi, Nuccia è un fatto culturale: è una sfida che sconvolge, stimola, interpella e invita a ripensare il senso della vita, e soprattutto il senso della sofferenza, in chiave di dono d’amore. Qual è il segreto della forza di Nuccia? Lo rivela lei stessa due mesi prima di morire, rivolgendosi ai giovani di Sassari:
“Sono Nuccia, ho 60 anni, tutti trascorsi su un letto; il mio corpo è contorto, in tutto devo dipendere dagli altri, ma il mio spirito è rimasto giovane. IL SEGRETO DELLA MIA GIOVINEZZA E DELLA MIA GIOIA DI VIVERE È GESÙ. ALLELUIA!”.
Con Nuccia vogliamo ringraziare il Signore per quello che lo Spirito Santo ha operato in lei, umile figlia della chiesa. L’Arcivescovo Antonio Ciliberti ha dichiarato che presto avvierà l’inchiesta canonica sulla sua vita, sulle sue virtù eroiche e sulla fama e sui segni di santità.
La sua luminosa testimonianza di fede, di speranza e di carità sarà di esempio per molti. A lode
di Dio! Catanzaro 24 gennaio 2009
Periodicamente un buon numero di persone si riunisce per approfondire il vissuto di Nuccia. L'esperienza dice che si tratta di un gruppo che cresce spiritualmente e consolida fortemente la propria Fede in Dio Padre. La guida è il Padre Francescano Pasquale Pitari, una persona, di grande sensibilità, veramente toccato dalla vita di Nuccia e desideroso di farne conoscere le virtù, pienamente convinto che accostarsi alla "vita" di Nuccia può senz'altro essere di grande aiuto per aiutare tutti coloro che lo desiderano a confrontarsi con i tanti percorsi "sanguinanti" del proprio vissuto quotidiano.
Aggiornamenti:
Squillace si è costituita
ATTORE della causa
di beatificazione di
Calabra ha dato parere favorevole
per l'avvio dell'Istruttoria canonica
per la causa di Beatificazione
2- è stato fatto un altro passo importante per la causa di beatificazione di Nuccia Tolomeo. L'Arcivescovo Mons. Antonio Ciliberti ha chiesto alla Congregazione romana per le Cause dei Santi il NULLA OSTA per iniziare la causa.E' stato anche proclamato l'EDITTO con cui si annuncia ai fedeli l'intenzione di iniziare la causa. Il 16 luglio tale editto sarà letto durante la celebrazione liturgica di San Vitaliano, patrono di Catanzaro. E' stata inoltre composta la commissione storica e teologica per le necessarie ricerche e approfondimenti. Il Postulatore Padre Florio Tessari ha già presentato al Vescovo il LIBELLO in cui, oltre la biografia di Nuccia, vengono presentati anche 52 testimoni che devono essere interrogati.PER LA GLORIA DI DIO E PER IL BENE DELLE ANIME. Un caro saluto e una benedizione. Padre Pasquale Pitari.
Aggiornamento (messaggio di padre Pitari): Annuncio con gioia che venerdì 31 luglio 2009 nella cappella dell'Ospedale Civile di Catanzaro si è svolta la prima sessione pubblica della causa di beatificazione di Nuccia Tolomeo, donna di fede grande e carità operosa, benché disabile. E' morta in concetto di santità il 24 gennaio 1997. Da allora la fama della sua santità è stato un crescendo presso il popolo di Dio. Accludo il link del film (dura 5 minuti) che ricorda il momento storico. Uniti nella preghiera, ti benedico. Padre Pasquale Pitari, Cappuccino http://www.gloria.tv/?media=30399

Santi del giorno 24 giugno 2009

NATIVITA' DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Giovanni Battista è l'unico santo, oltre la Madre del Signore, del quale si celebra con la nascita al cielo anche la nascita secondo la carne. Fu il più grande fra i profeti perché poté additare l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. La sua vocazione profetica fin dal grembo materno è circondata di eventi straordinari, pieni di gioia messianica, che preparano la nascita di Gesù. Giovanni è il Precursore del Cristo con la parole con la vita. Il battesimo di penitenza che accompagna l'annunzio degli ultimi tempi è figura del Battesimo secondo lo Spirito. La data della festa, tre mesi dopo l'annunciazione e sei prima del Natale, risponde alle indicazioni di Luca.
Altri Santi del giorno
Sant' Eros e fratelli Martiri di Satala in Armenia
Sant' Orenzio e fratelli Martiri di Satala
Sant' Agilberto Martire
Beato Ivano Eremita

martedì 23 giugno 2009

Santi del giorno 23 giugno 2009

San Giuseppe Cafasso, Sacerdote
Castelnuovo d'Asti, 1811 - Torino, 23 giugno 1860

Fisicamente assai gracile, era animo tenace e volitivo. Divenuto sacerdote, a Torino fu accolto dal teologo Luigi Guala nel suo Convittto ecclesiastico da lui aperto. Questi lo spinse a fare opere di catechesi verso il giovane muratori e carcerati, poi lo volle a fianco nella cattedra di teologia morale. Per 24 anni Giuseppe formò generazioni di sacerdoti, dedicandosi anche ad un'intensa opera pastorale verso tutti bisognosi, compresi i carcerati e i condannati a morte. Sul ceduto al Guala, né perfezionò l'opera, rifiutando sempre ogni titolo onorifico. Aiutò materialmente e moralmente Don Bosco che lo definì "il modello di vita sacerdotale". E' patrono dei carcerati e dei condannati a morte.
Altri Santi del giorno
Santa Agrippina Vergine e martire
Sant' Eteldreda di Edy Badessa
San Giovanni (Scalcione) da Matera Abate
Beato Innocenzo V (Pietro di Tarantasia) Papa
San Lanfranco Beccari Vescovo di Pavia
San Liberto di Cambrai Vescovo
Santi Martiri di Nicomedia
Beato Pietro Giacomo da Pesaro Sacerdote Agostiniano
Beata Raffaella Santina Cimatti
San Tommaso Garnet Martire in Inghilterra

lunedì 22 giugno 2009

Un "grande Patrimonio" da scoprire

Finora sono stati presentati Uomini e Donne che con la loro vita e le loro opere occupano la schiera dei Santi riconosciuti dalla Chiesa, elevati agli onori degli altari e per tali motivi resi noti e venerati.
Ma come si evidenzia nella presentazione del blog ci sono tanti uomini e tante donne che con la loro vita e le loro opere, pur non facendo parte della lista dei Santi, elevati agli onori degli altari, siedono nella stessa Assemblea, la "Corte Celeste", e fanno "corona" a Dio Padre, Gesù e Maria SS, parimenti agli altri.
Alcuni di loro continuano ad evidenziare le loro vitù in persone, uomini e donne, che attratti dalla loro vita, in forma associativa o singolarmente, continuano a tenere presente ed operante il loro lavoro nella Vigna del Signore, cercano con la Forza dello Spirito che li ha attirati a lavorare la "messe", continuando a dare il contributo delle loro braccia, seguendo il modello di virtù di questi uomini e di queste donne che così è ancora fisicamente vivente. Per gli altri, " le santità nascoste" (e sono una moltitudine) è lo stesso Spirito del Signore a farne brillare la luce nell''assemblea di Tutti I Santi.

Si vorrebbe conoscerli e farli conoscere. Il loro vissuto toccherà certamente il nostro cuore, ci sentircmo "toccati" e possibilmente "chiamati a viverne in tutto o in parte il loro modello di vita", il loro Amore per Gesù, la robustezza delle loro braccia ed intensificare il nostro lavoro nelle "Vigna del Signore" o iniziarne uno nuovo cammino alla luce di tanta nuova rcchezza.

"La messe è molta ma gli operai sono pochi "

Coloro che sono in possesso di biografie o di utili informazioni sono invitati a collaborare per il buon fine dell'iniziativa.

I responsabili dei blogs assicurano che cercheranno in tutti i modi di garantire l'originalità delle pubblicazioni.

Santi del giorno 22 giugno 2009

San Paolino da Nola, vescovo
Burdigala (Bordeaux), Francia, 355 - Nola, Napoli, 431
Le notizie biografiche su questo santo sono piuttosto scarse, non esistendo un'antica Vita, ove si eccettui il racconto della sua morte fatto da un testimonio oculare, il prete Uranius. Il poco che si sa comunque, si trova negli scritti dello stesso Paolino. Già console e governatore della Campania,convertito da S. Ambrogio e S. Agostino, rinunziò per l'ideale evangelico alla carriera e alle ricchezze e si ritirò con la moglie Therasia a Nola, dove formò un cenacolo spirituale. Eletto vescovo di Nola nelle 409, resse quella Chiesa per 22 anni con grande saggezza e paternità verso suo popolo. Ci ha lasciato nei carmi un segno della sua vasta erudizione e della sua fede.
Altri Santi del giorno
Sant' Albano d'Inghilterra Martire
San Giovanni Fisher Vescovo e martire
San Gregorio I di Agrigento Vescovo
San Niceta Vescovo
San Tommaso Moro Martire

domenica 21 giugno 2009

Santi del giorno 21 giugno 2009


Castiglione delle Stiviere, Mantova, 9 marzo 1568 - Roma, 21 giugno 1591

Luigi, rinunziando alla vita di corte in uno degli ambienti più fastosi della sua epoca, scelse la via della vita religiosa nella Compagnia di Gesù. Ebbe come guida spirituale san Roberto Bellarmino. Esemplare per lo spirito di sacrificio e il candore dei costumi, sigillò la sua breve testimonianza con la carità eroica al servizio degli appestati.
Altri Santi del giorno
Santa Demetria di Roma Martire
San Jose Isabel Flores Varela Martire Messicano
San Lazzaro Mendicante e lebbroso
Santa Marzia Martire
Sant' Ursicino di Pavia Vescovo

sabato 20 giugno 2009

Santi del giorno 20 giugno 2009

Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria

(celebrazione mobile)
Memoria mariana di origine devozionale, istituita da Pio XII, l'odierna celebrazione ci invita a meditare sul mistero di Cristo e della Vergine nella sua interiorità e profondità. Maria, che custodisce le parole ed i fatti del Signore meditandoli nel suo cuore (Lc 2,19), è dimora dello Spirito Santo, sede della sapienza (Lc 1,35), immagine e modello della Chiesa che ascolta e testimonia il messaggio del Signore (cfr Lc 11,28). (Mess. Rom.)
Il promotore della festa liturgica del Cuore Immacolato di Maria fu S. Giovanni Eudes (1601-1680) che già verso il 1643, la cominciò a celebrare con i religiosi della sua congregazione. Nel 1668 le festa e i testi liturgici furono approvati dal cardinale legato per tutta la Francia, mentre Roma si rifiutò più volte di confermare la festa. Fu solo dopo l’introduzione della festa del S. Cuore di Gesù nel 1765, che verrà concessa qua e là la facoltà di celebrare quella del Cuore di Maria, tanto che anche il Messale romano del 1814 la annovera ancora tra le feste “pro aliquibus locis”. Papa Pio XII estese nel 1944 la festa a tutta la Chiesa, a perenne ricordo della Consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria, da lui fatta nel 1942. Il Culto del Cuore Immacolato di Maria ha ricevuto un forte impulso dopo le apparizioni di Fatima del 1917. Continua......
Altri Santi del giorno

venerdì 19 giugno 2009

Santi del giorno 19 giugno 2009


SOLENNITA' DEL SACRATISSIMO CUORE DI GESU'
festività mobile

Sacro Cuore di Gesù, confido in Te!; Dolce Cuore del mio Gesù, fa ch’io t’ami sempre più!; O Gesù di amore acceso, non Ti avessi mai offeso!.Queste sono alcune delle tante amorose e devote giaculatorie, che nei secoli sono state e sono pronunciate dai cattolici in onore del Sacro Cuore di Gesù, che nella loro semplice poesia, esprimono la riconoscenza per l’amore infinito di Gesù dato all’umanità e nello stesso tempo la volontà di ricambiare, delle tante anime infiammate e innamorate di Cristo.Al Sacro Cuore di Gesù, la Chiesa Cattolica, rende un culto di “latria” (adorazione solo a Dio, Gesù Cristo, l’Eucaristia), intendendo così onorare: I – il Cuore di Gesù Cristo, uno degli organi simboleggianti la sua umanità, che per l’intima unione con la Divinità, ha diritto all’adorazione; II – l’amore del Salvatore per gli uomini, di cui è simbolo il Suo Cuore.Questa devozione già praticata nell’antichità cristiana e nel Medioevo, si diffuse nel secolo XVII ad opera di S. Giovanni Eudes (1601-1680) e soprattutto di S. Margherita Maria Alacoque (1647-1690). La festa del Sacro Cuore fu celebrata per la prima volta in Francia, probabilmente nel 1685. Santa Margherita Maria Alacoque, suora francese, entrò il 20 giugno 1671 nel convento delle Visitandine di Paray-le-Monial (Saone-et-Loire), visse con grande semplicità e misticismo la sua esperienza di religiosa e morì il 17 ottobre 1690 ad appena 43 anni.Sotto questa apparente uniformità, si nascondeva però una di quelle grandi vite del secolo XVII, infatti nel semplice ambiente del chiostro della Visitazione, si svolsero le principali tappe dell’ascesa spirituale di Margherita, diventata la messaggera del Cuore di Gesù nell’epoca moderna.Ella già prima di entrare nel convento, era dotata di doni mistici.....
Altri Santi del giorno
San Romualdo, abate
San Buonmercato di Ferrara Chierico
San Gervasio (o Gervaso) Martire
Santa Giuliana Falconieri Vergine
San Nazario di Capodistria Vescovo
San Protasio (o Protaso) Martire

giovedì 18 giugno 2009

San Calogero (18 giugno)

Oggi in diverse località della Sicilia si festeggia:
Calcedonia (Tracia), 466 ca. – Monte Cronios (Sciacca), 561 ca.
Le notizie sulla sua vita sono così confuse tanto che si è pensato che potessero riferirsi a più santi con lo stesso nome. Con il nome Calogero che etimologicamente significa " bel vecchio " venivano infatti designate quelle persone che vivevano da eremiti. E Calogero è venerato in Sicilia presso Sciacca, nel monastero di Fregalà presso Messina, e in altre città. L'unica cosa sicura su di lui è l'esistenza in Sicilia di un santo eremita, con poteri taumaturgici. A Fragalà è stata scoperta alla testimonianza più antica legata al suo culto, alcune odi scritte nel IX secolo da un monaco di nome Sergio, da cui risulterebbe che Calogero proveniva da Cartagine e morì nei pressi di Lilibeo. le lezioni dell'Uffizio, stampate nel 1610, lo dicono invece proveniente da Costantinopoli ed eremita sul monte Gemmariano.

Etimologia: Calogero = di bella vecchiaia, dal greco
Martirologio Romano: Sul monte

Santi del giorno 18 giugno 2009

San Gregorio Giovanni Barbarigo, Vescovo
Venezia, 16 settembre 1625 - Padova, 18 giugno 1697

Vescovo di Bergamo e poi di Venezia, svolse una vasta opera di riforma. Dette vita a numerose missioni per il popolo e introdusse l'uso mensile di esercizi spirituali per il clero. Fondò numerosi seminari, seguendo le regole date da San Carlo e costituendo la congregazione degli Oblati dei Ss. Posdocimo ed Antonio. Fece opera di pacificazione nelle controverse cittadine. Fondò un "Collegio per i nobili" e scuole gratuite per il popolo. Attento alla catechesi, creò numerose scuole di dottrina cristiana per fanciulli e adulti, a cui tutte le categorie erano chiamate. Per i più poveri c'era la catechesi settimanale quando ricevevano la carità e per i "dotti" un corso triennale di "Filosofia cristiana".
Altri Santi del giorno
Sant' Alena da Forest Vergine e martire
San Calogero Eremita in Sicilia
Sant' Erasmo Anacoreta e confessore
San Guido
Santa Marina - Marino Monaca
Beata Marina di Spoleto Agostiniana
Beata Osanna Andreasi Domenicana
San Simplicio e familiari Eremiti

mercoledì 17 giugno 2009

Santi del giorno 17 giugno 2009

San Ranieri di Pisa
1118 - 1161

Durante i secoli XI e XII Pisa svolse in Italia e in tutto il bacino del Mediterraneo un ruolo sempre più importante. La repubblica marinara toscana contribuì fattivamente alle crociate bandite ripetutamente dai pontefici e combatté vittoriosamente i pirati saraceni. I monumenti di Piazza dei Miracoli testimoniano religiosamente ed artisticamente l'importanza militare, politica ed economica di Pisa nei primi due secoli del secondo millennio.La città toscana fu inoltre un centro vitale anche per la fede cristiana. Sede del concilio nel 1131 che depose e scomunicò l'antipapa Anacleto, Pisa diede alla Chiesa almeno due papi (Eugenio III, beato, 1145-1153 e Alessandro III, 1159-1181) e probabilmente un terzo, Clemente III (1187-1191), eletto papa nel Duomo di Pisa; numerosi cardinali e quattro santi: San Guido della Gherardesca; Sant'Ubaldesca; santa Bona e San Ranieri.
Altri Santi del giorno
Sant' Adolfo
Sant' Alberto Chmielowski
Beato Arnaldo (Arnoldo) da Foligno
Sant' Erveo Eremita in Bretagna
Beata Eufemia di Altenmunster Badessa
Sant' Imerio di Amelia Vescovo
Sant' Ipazio Egumeno (Abate)
San Marciano Martire
San Nicandro Martire
Beato Paolo Burali Cardinale

martedì 16 giugno 2009

Santi del giorno 16 giugno 2009

Beata Stefana Quinzani, Domenicana
Orzinuovi, 1457 - Soncino, 1530

Nata ad Orzinuovi (Bs) da una famiglia di agricoltori, visse aiutandoli nel lavoro dei campi. Entrata nel 1489 a far parte del Terz'Ordine Domenicano, fu assidua nella contemplazione della Passione di Cristo, della quale portava sul corpo le stimmate. Si dedicò con generosità al servizio dei poveri e della pace. Morì il 2 gennaio 1530 a Soncino (Cr) nel monastero da lei edificato e guidato con prudenza per anni.
Altri Santi del giorno
Sant' Aureliano di Arles Vescovo
San Bennone (Benno) di Meissen Vescovo
San Ceccardo di Luni Vescovo e martire
San Ferreolo Martire
San Ferruccio Martire
Santa Giulitta (o Giuditta) Martire
Santa Maria Teresa Scherer Religiosa
San Quirico Martire

lunedì 15 giugno 2009

Santi del giorno 15 giu. 2009.

San Vito, Martire
sec. III-IV

Non si conosce la sua origine, anche se una "Passio" di nessun valore storico, lo fa nascere in Sicilia da padre pagano e lo vuole incarcerato sette anni perché cristiano. L'unica notizia attendibile su di lui si trova nel Martirologio Gerominiano, da cui risulta che Vito visse in Lucania. Popolarissimo nel medioevo, egli fu inserito nel gruppo dei Ss. Ausiliatori, i santi la cui intercessione veniva considerata molto efficace in particolare occasioni e per sanare determinate malattie. Egli veniva invocato per scongiurare la lettargia, il morso di bestie velenose o idrofobe e il "ballo di San Vito". In proposito la leggenda racconta che Vito, da bambino, abbia guarito il figlio di Diocleziano, suo coetaneo, ammalato di epilessia.
Altri Santi del giorno
Beato Ferdinando (Fernando) del Portogallo
Santa Germana Cousin
Beata Iolanda di Polonia
Beato Luigi Maria Palazzolo Fondatore

domenica 14 giugno 2009

Santi del giorno 14 giugno 2009

Sant' Eliseo, Profeta
m. 790 a.C.

Vissuto in Israele nel secolo IX a. C., Eliseo, il cui nome significa "Dio salva", per scelta divina fece parte del seguito di Elia che lo consacrò suo successore prima di scomparire misteriosamente. Eliseo prese parte attiva alle vicende politiche del suo popolo attraverso il carisma della sua profezia e può essere considerato il più taumaturgico dei profeti dell'Antico Testamento. Profeta non scrittore, come il suo maestro Elia si preoccupò del suo paese in tempi difficili durante la guerra contro i Moabiti e durante quelle contro gli Aramei. In Samaria ai tempi di San Gerolamo si poteva visitare la sua tomba, violata da Giuliano l'Apostata. Solo alcune reliquie vennero salvate, trasferite ad Alessandria, Costantinopoli e Ravenna.
Altri Santi del giorno
San Fortunato di Napoli Vescovo
Beata Maria Candida dell'Eucaristia Carmelitana Scalza
San Proto di Aquileia Martire
San Rufino Martire
Santa Teopista Vergine e martire
San Valerio Martire

sabato 13 giugno 2009

Santi del giorno 13 giugno 2009


Sant'Antonio di Padova, sacerdote e dottore della Chiesa
Lisbona, Portogallo, c. 1195 - Padova,
13 giugno 1231

Di nobile famiglia, dopo un'intensa vita ascetica presso i Canonici regolari agostiniani di Coimbra, passò fra i Minori di San Francesco d'Assisi, con il quale si incontrò alla Porziuncola (1221). Predicatore del Vangelo, esercitò il suo ministero dell'Italia del nord e nella Francia meridionale. Combatté l'eresie, facendo opera di evangelizzazione. Della sua predicazione restano significative testimonianze nei suoi scritti omiletici. Taumaturgo, fu maestro di dottrina spirituale e di teologia e ravvisò la perfezione nell'accordo tra la vita contemplativa e la vita attiva. E' universalmente venerato dal popolo cristiano. Le reliquie del Santo si custodiscono nella basilica omonima, che è meta di continui pellegrinaggi.
Altri Santi del giorno
Sant' Aventino Eremita
San Ceteo (Peregrinus) di Amiterno Vescovo
Beata Marianna Biernacka Martire
San Massimo venerato a Cravagliana Martire

venerdì 12 giugno 2009

Santi del giorno 12 giugno 2009

San Gaspare Luigi Bertoni
Verona, 9 ottobre 1777 - Verona, 12 giugno 1853
A diciotto anni rispose alla chiamata al sacerdozio, ma appena agli inizi del corso di teologia la città di Verona subì l'invasione straniera. Il giovane chierico si distinse per l'assistenza ai malati e ai feriti, entrando a far parte della "Evangelica Fratellanza degli Spedalieri", fondata da don Pietro Leonardi. Ordinato sacerdote il 20 settembre 1800, gli fu affidata la cura spirituale della gioventù, abbandonata in quegli anni di disordine politico e sociale. Nel maggio 1808 fu chiamato a dirigere spiritualmente la nascente Congregazione delle Figlie della Carità, fondate da S. Maddalena di Canossa; giudò anche la Serva di Dio Leopoldina Naudet, fondatrice delle Sorelle della Sacra Famiglia. Con alcuni compagni, formati nei suoi Oratori, nel 1816 iniziò, presso la Chiesa delle Stimmate di San Francesco, l'istituto religioso dei "Missionari Apostolici in aiuto dei Vescovi", detto poi delle "Stimmate di N.S.G.C.". Provato da continue malattie morì a Verona il 12 giugno 1853.
Altri Santi del giorno
San Bernardo di Aosta (di Mentone)
Beato Edoardo Klinik Martire
Beata Florida Cevoli Religiosa
San Guido da Cortona
Beato Ilarione (Pawel) Januszewski
San Leone III Papa
Beato Lorenzo Maria Salvi Passionista
Beata Mercedes Maria di Gesù Fondatrice
Sant' Onofrio Eremita
San Servo Martire
Beato Stefano Bandelli Domenicano